Partecipare all’Assirm Marketing Research Forum significa per noi poter interagire con i principali player del settore delle indagini statistiche e delle ricerche di mercato, con lo scopo di incrementare le conoscenze relative al nostro mercato di riferimento e di offrire ai nostri interlocutori una visione più precisa di quello che facciamo.
L’idea è quella di generare un ‘anello virtuoso’ che metta in circolo saperi e conoscenze in un continuo feed back tra domanda e offerta di servizi. Se riusciamo a trasmettere ai nostri clienti uno specifico know how relativo ai servizi che offriamo essi saranno in grado di migliorare e ottimizzare l’offerta di beni e servizi per il loro mercato di riferimento… aziende, istituzioni, centri studi e università… accrescendo insieme la nostra e la loro competitività. In fondo si tratta di entrare in una pratica di circolarità dei saperi in cui l’apporto di nuove soluzioni tecnologiche non genera semplicemente novità sul mercato ma dilata lo spazio di consapevolezza degli attori del sistema in relazione a ciò che fanno, al contenuto delle loro azioni e alle relative finalità.
Questo annus horribilis ha visto dei cambiamenti notevoli ma il processo di innovazione relativo all’area Cati e Cawi era partito ormai da dieci anni e l’unica cosa che abbiamo fatto è stato tarare i giri del motore alle contingenze del mercato. Questo ci ha permesso di sfruttare al meglio le risorse a disposizione senza dover introdurre cambiamenti radicali e non previsti.
Crediamo che non si debba lasciare la via tracciata e progettata se lungo la strada si incontrano degli imprevisti. Se si è lavorato bene si possono affrontare adeguatamente.
Così possiamo dire di essere riusciti a soddisfare la domanda anche nei momenti critici continuando nel percorso di innovazione che ci siamo proposti.
Per quanto riguarda le indagini CATI abbiamo implementato nuove tecnologie e nuove procedure massimizzando e ottimizzando il ricorso al lavoro da remoto. Il nostro software, dobbiamo dire con lungimiranza, era già pensato per gestire questo tipo di operatività e nella contingenza della pandemia e del relativo lockdown, abbiamo potuto continuare a lavorare senza particolari difficoltà.
L’area Cawi ha fatto registrare un continuo aumento di domanda di servizi e i nostri panel hanno avuto exploit di tutto rilievo.
Crediamo che il 2021 non sarà l’anno dell’uscita definitiva da questa crisi internazionale e questo ci sprona a aumentare i nostri sforzi per accrescere la qualità dei nostri servizi e implementare quelle innovazioni tecnologiche senza le quali non è possibile essere competitivi.
Un primo workshop sarà incentrato sulla qualità dei dati nelle indagini online (CAWI) che intende far luce, da un lato, sui rischi e, dall’altro, sulle opportunità che questa tipologia di indagini offre. Se, infatti, le indagini su panel hanno permesso di facilitare e “stabilizzare” la raccolta dei dati, eliminando gran parte dell’incertezza legata alla variabilità del numero di rispondenti, d’altra parte l’offerta di un piccolo compenso monetario agli intervistati ha aperto lo spazio per una partecipazione al sondaggio motivata unicamente dalla riscossione dell’incentivo, con conseguente rischio di scarsa cura nelle risposte fornite quando non si tratta di vere e proprie risposte casuali. È il caso, quest’ultimo, dei cosiddetti cheater.
In questo workshop ci occuperemo principalmente di questo problema e delle tecniche per ridurre il loro impatto sulla qualità dei dati raccolti.
Con il secondo workshop, invece, affronteremo il tema del mode più adatto per raggiungere il target prefissato.
Dove trovare chi? È questa la domanda. Quale mode è il più adatto per gli obiettivi prefissati? Cati-Cami o Cawi?
Il mixed-mode è ormai da tempo una via obbligata per la sua capacità di compensare i deficit legati all’utilizzo di un solo mode e per la possibilità che offre di pianificare il field in ordine ai tempi di chiusura e alla copertura delle quote campionarie.
In altre parole una mappa per orientarsi nelle migliori strategie di field.